Gli introversi: almeno un terzo delle persone che conosciamo

“Il mondo è pieno di introversi: li vediamo, anche se non li sentiamo.

A volte ci disturbano, con la loro reticenza. Altre volte ci affaticano, perché cedono sempre il passo a noi. Altre volte ancora li apprezziamo, perché sembrano innocui.

Sono almeno un terzo delle persone che conosciamo.

Sono quelli che preferiscono ascoltare, invece che parlare, che preferiscono leggere invece che fare vita sociale, quelli che creano e inventano, ma che non ostentano la loro opinione.

A molti di loro dobbiamo alcuni dei più grandi progressi dell’umanità: dalla teoria della gravità, all’invenzione del computer, da Harry Potter a Google.

Ma come trovano spazio gli introversi in una società che sembra premiare solo le personalità estroverse, competitive ed egocentriche?

Il contesto sociale, le esperienze, la famiglia, l’educazione possono andare ad influire in modo più o meno preponderante sulle personalità.
Il mondo occidentale sembra essere fatto a misura di estroversi, un mondo dove cioè impera il mito dell’estroversione e che tende a premiare gli estroversi in quanto tali.

L’immagine che si trasmette agli altri, le capacità affabulatorie, le capacità di sedurre e di convincere gli altri delle proprie idee e di venderle, risultano fondamentali.

Ma io preferisco pensare che il mondo abbia bisogno anche di chi è capace di dedicare tutta la vita a contare le goccioline secrete dalle ghiandole salivari degli animali in questa o quella situazione, di chi sa raccontare dei colori dell’aurora boreale, di chi sa raccontare delle emozioni di un bambino che ad occhi chiusi attende che la mamma gli legga un racconto prima di addormentarsi, di chi è capace di sottrarre energia ad altri ambiti che la società ci propone ed impone di continuo…”

Susan Cain

Lascia un commento