“Pensate che non veda il dolore che c’è intorno?
Che non conosca i cunicoli di catrame che attraversano la vita?
Che non abbia anch’io provato le spine?
Ma non rinuncio al mio angolo di cielo. E il mio sguardo resta pieno di stelle anche quando è nera la notte. Le mie lacrime sono per ogni bellezza e innalzano le loro ferite verso i colori di altre dimensioni.
Solo io resto l’esatta misura del senza fine, lo spirito che soffia sulle mie acque profonde, la voce che manca a una rondine ferita.
Solo io posso comporre le lettere della serenità. Quella che si modella nella culla dell’anima; che anche se resta muta dice; che ha il peso dell’immenso eppure vibra e regge il battito del tempo.
Solo io posso tenere lo sguardo aperto fin dove sanguinano le aurore. Senza retrocedere.
Restando la singola trama che completa una sindone di seta, tra me e l’intero respiro del mondo.
Anna Perrella
Immagine di Aleksandra Kirievskaya