Le case di Anna

Ecco che all’istante appare un palazzo sfarzoso che apre le sue porte e i suoi tesori alla conoscenza e all’ammirazione di chi vuole oltrepassarne la soglia.

Ma subito diviene castello turrito e sprangato dove perennemente un ponte levatoio é alzato a difesa.

Si trasforma quindi in grande salone d’arte che espone mirabili opere alla curiosità e all’interesse dei tanti.

Ed ora già prende le sembianze di minuscola cella, quattro metri per quattro, di un carcere grigio e opprimente, dove le giornate trascorrono in completo isolamento, con tanto di sbarre alle finestre e tozzo di pane secco per cibo.

Quindi appare, d’un tratto, la casa accogliente e serena che tutti vorrebbero condividere con la donna sorridente che l’abita cantando ogni giorno nuove melodie di usignolo.

Ma anche questa opportunità di abitare la vita può trasformarsi improvvisa in fatiscente catapecchia piena di spifferi gelidi e angoli dove il malefico si insinua, laddove di continuo e in ogni stagione si patisce freddo, buio, oscuri complotti, tormenti e disperazione.

Ed ecco comparire un palcoscenico. Un palcoscenico di teatro dove le luci si accendono e spesse tende di velluto rosso si spalancano ad ospitare poliedrica personalità dalle mutevoli certezze, che mostra movenze armoniose e incantevole leggiadria nell’interpretare i ruoli che il destino di volta in volta le affida.

In modo intenso, quasi solenne, la tua ostinata caparbietà recita di una fragile sensibilità che ti appartiene.

Ed è naturale riconoscere in te gli stessi sogni e le stesse paure che tutti e ciascuno proviamo su questa terra.

Le mille case che abiti raccontano di te. Si disperde e si perde l’anima in mille frammenti che divengono specchio del mondo e di ciò che custodisci nel tuo cuore della bimba che fu. E ricomponendosi danno senso alla vita. Alla tua, alla nostra.

P@R

Opera di Amedeo Modigliani

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