E’ come per il pane

“L’essenziale non è la scrittura, è la visione.

La scrittura dà luogo a una sorta di chiaroscuro; mette in risalto errori o dà adito a nuove scoperte. Il mestiere dello scrittore è un’arte, o meglio un artigianato.

Io ho una piccola mania: alla terza o quarta revisione, armata di matita, rileggo il mio testo, già quasi a posto, e tolgo tutto quello che può essere tolto, tutto ciò che mi pare inutile.

E qui, esulto. A questo punto, ho la consapevolezza che la faccenda è chiusa, finita.

È come per il pane: c’è un momento in cui si sente che non bisogna più impastare.

Si prova allora un sentimento di stupore – che provo del resto per tutto, non solo per i libri – la soddisfazione e la sorpresa di essere riuscita a fare quella cosa, di avercela fatta, di esserne venuta a capo.

Suppongo che sia la stessa sensazione dello sportivo quando tocca la meta. Non era sicuro di arrivarci.

Il metodo varia ogni volta nella misura in cui ogni volta si tratta di un enigma diverso da risolvere.

Lo dicono anche i pittori: ogni ritratto pone un nuovo problema…”

 

Marguerite Yourcenar 

 

 
 
 

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