L’onda

Palpita, sale,
si gonfia, s’incurva,
s’alluma, propende.

Il dorso ampio splende
come cristallo
la cima leggera
s’arruffa
come criniera
nivea di cavallo.

Il vento la scavezza
l’onda si spezza
precipita nel cavo
del solco sonora
spumeggia, biancheggia,
s’infiora, odora,
travolge la cuora,
trae l’alga e l’ulva.

S’allunga,
rotola, galoppa
intoppa
in altra cui ‘l vento
diè tempra diversa;
l’avversa,
l’assalta, la sormonta,
vi si mesce, s’accresce.

Di spruzzi, di sprazzi,
di fiocchi, d’iridi
ferve nella risacca;
par che di crisopazzi
scintilli
e di berilli
viridi a sacca.

O sua favella!
Sciacqua, sciaborda,
scroscia, schiocca, schianta,
romba, ride, canta,
accorda, discorda,
tutte accoglie e fonde
le dissonanze acute
nelle sue volute
profonde,
libera e bella,
numerosa e folle,
possente e molle,
creatura viva
che gode
del suo mistero
fugace.


 

 

Gabriele D’annunzio

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